I modi per conoscere una città sono svariati. Io detesto i navigatori. Girare una città,
percorrerla a caso, senza una meta è una cosa che adoro. Altrimenti va a
finire che ti trovi sempre nei quattro luoghi conosciuti da tutto il mondo e
non la esplori. E` bello capire la forma di una città senza l`aiuto di una
mappa o di un navigatore.
Stavo cammindando in via Procaccini, (lì vicino c'è Piazza Gramsci, e per me questa piazza significa gelato. Vi consiglio di andare in via Canonica, alla Gelatera 54)
Comunque sia, in via Procaccini ci sono passata un miliardo di volte, ed
era priva di significato per me, completamente indifferente ai miei occhi. Tanto
quanto alle mie narici. Nessun profumo di focaccia che pervade questa via. Ma certo,
se ci si passa in macchina non si trova niente di tutto questo.
Però un giorno mi stavo dirigendo alla Fabbrica del Vapore.
Però un giorno mi stavo dirigendo alla Fabbrica del Vapore.
Prima di conoscere
questo luogo mi ero immaginata una grande struttura colorata dalla quale usciva
un sacco di vapore, ma forse questo è meglio non dirlo, era la mia
immaginazione a disegnarla.
Quindi, alla Fabbrica del Vapore ci stavo andando a piedi.
Pedibus Calcantibus. Arrivando da Corso Sempione, svolto a destra e decido di percorrere
il marciapiede sinistro della via. Passo di fianco a negozi che non suscitano
alcun interesse nei miei confronti tranne che, a un certo punto, la mia
attenzione viene richiamata da una moto che sgasa senza ritegno e
inonda il mio naso di fumo. Bella merda, penso.
Arrivo a un incrocio con un semaforo, la via che incrocia
la via che sto percorrendo e` via Lomazzo. Inizio a guardare il semaforo, è
così simpatico. Mi immagino le persone che devono attraversare la strada che
si buttano una secchiata di vernice verde quando il semaforo è verde, diventando così anch'essi
omini dei semafori.
Si va bene, ok, continuo a camminare. Vado dritta fino a
che non incontro un`altra via sulla sinistra. Via Messina. Giro in questa via.
La Fabbrica del Vapore in questo momento va in secondo piano. Questa nuova via
che imbocco mi affascina molto perché non c'è niente di niente, nessun
negozio. Un luogo appartato. Bello. La
percorro fino al numero 41: trovo il luogo dei sogni. Il luogo dove dormono i
tram la notte. Rimango all`entrata e inizio a guardare questo pieno di
arancione dei tram. Ma questa e` un`altra storia…
Foto Giulia Storti |
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